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Il Romanico nel Ceresio

Lunghezza del percorso: circa 30 km (in auto)
Tappe principali: San Lucio, Gottro, Porlezza, San Mamete in Valsolda.
Questo itinerario copre un percorso forse insolito, che tuttavia può risultare molto interessante, in particolare per gli appassionati dell'arte lombarda. Nel tragitto si scende progessivamente dalle montagne al Lago, nello stupendo territorio dell'alto comasco stretto tra le Alpi Lepontine ed i grandi bacini lacustri del Lago di Lugano e del Lago di Como: qui si incuneano quasi a trapezio cinque vallate maggiori, ricche di vegetazione e irrigate da numerosi torrenti. Per la sua posizione di confine la zona del Ceresio, che comprende i territori sopra descritti, è stata naturalmente terreno di comunicazione e di passaggio per mercanti, pellegrini, crociati nell'età medievale: nel loro passaggio questi hanno lasciato segni importanti e hanno favorito lo sviluppo di un'architettura religiosa peculiare, contraddistinta dagli stilemi del romanico.
L'itinerario che qui seguiamo parte allora dalle vette di San Lucio, sul confine tra Italia e Svizzera, dove si trova un antico santuario duecentesco, dedicato al patrono locale, protettore dei poveri. Accanto all'edificio si trova un laghetto, che i fedeli sostengano si tinga di rosso nella ricorrenza del martirio del santo, anche se sembra che l'evento sia originato dal colore che le alghe del lago acquisiscono in piena estate.
Discendendo in territorio italiano entriamo in Val Menaggio e quindi a Carlazzo, stupendo borgo in gran parte affacciato sul Lago di Piano, piccolo bacino lacustre dal prezioso ambiente naturale, tutelato dalla regione lombarda. Qui, in località Gottro e in meravigliosa posizione panoramica, sorge la Chiesa di San Giorgio. Il piccolo edificio, che sembra risalire al XII sec., mostra una evidente impronta romanica, anche se fu rimaneggiato nel XV sec.; accanto alla chiesa si staglia invece un campanile dell'XI sec., anch'esso di fattura romanica.
Uscendo da Gottro ci si dirige verso il Lago di Lugano, all'altezza di Porlezza: in questo piccolo ma caratteristico borgo si trova la Chiesa di S. Maurizio (FOTO), edificio dalla storia curiosa. La leggenda vuole infatti che la chiesa, che ora si trova in posizione isolata alle pendici del Monte Galbiga, sorgesse anticamente nel centro dell'antica Porlezza; una frana avrebbe distrutto il paese vecchio e lasciato in piedi solo la torre della chiesa e una donna del posto, così che l'abitato venne riedificato in altra sede. Ricostruzioni successive hanno appurato però che, quando la frana effettivamente ebbe luogo, il paese si trovava già nella sua posizione attuale. Caratteristico della storia di San Maurizio il fatto che sia rimasta per secoli quasi nascosta, fino a che nel 1966 si diede inizio a un'opera di recupero che consente, oggi, di apprezzare elementi originari di questo complesso romanico quali il campanile e l'oratorio.
Lasciata Porlezza, ci dirigiamo infine a Valsolda, costeggiando la sponda settentrionale del lago; da Valsolda arriviamo nella caratteristica frazione di San Mamete, dove possiamo ammirare il campanile romanico della chiesa.