Festa di San Giovanni
Presentazione Flash - www.1169.it
Nei primi
anni del 1100 d.c., nelle terre lariane e milanesi si comincia
a delineare un conflitto dove emergono motivazioni di
carattere politico, economico e religioso.
- Politico per il dualismo papato - impero (Guelfi pro papato e Ghibellini pro impero) e tentativi di autonomia da parte dei Comuni
- Economico per il controllo dei valichi alpini e delle strade e dei percorsi lacuali
- Religioso per la designazione contestata del Vescovo di Como; infatti l'impero nomina Landolfo da Carcano, il papa nomina Guido Grimoldi molto amato dalla popolazione comasca.
Landolfo cerca di entrare in Como, approfittando della
presenza dell'imperatore Enrico V, ma i comaschi
contrattaccano e sotto il comando di Adamo del Pero assaltano
il castello di San Giorgio in Ticino, uccidono nobili milanesi
e rapiscono il Vescovo Landolfo.
Fu il "casus belli" che i milanesi aspettavano per
preparare l'attacco di Como, che subi' una sconfitta a Rebbio
permettendo ai milanesi di entrare in città, saccheggiare e
liberare Landolfo.
I comaschi poi si ripresero scacciando
i milanesi dalla città.
Il conflitto comunque continuò,
anche perché i milanesi si allearono con l'Isola Comacina che
attacco' i comaschi dal lago.
I perledesi nottetempo si accorgono dell'accerchiamento da parte delle navi comasche dell'Isola Comacina, subito suonano i corni allertano tutto il territorio gli "atti alle armi" vengono radunati i Varennati, si uniscono per portare aiuto a tutto il porto di Oliveto sono benedetti dal Prevosto della Pieve e così si imbarcano e muovono in soccorso dei Comacinati alla volta dell'Isola, la battaglia è aspra cruenta e dura, mentre i Comacinati si oppongono arduamente e direttamente facendo uso di pietre, giavellotti, dardi di vario genere.
Gli alleati accorsi in aiuto cercano di prendere la flotta comasca alle spalle. I tentativi furono vani al punto che dopo alcuni giorni l'Isola è presa e depredata. Tutto ciò accade nell'anno 1124. Alla fine Como, anche a causa di carestie e della morte del Vescovo Grimoldi che era l'anima della resistenza comasca, cominciò a cedere e a subire disfatte fino a quando i milanesi sferrarono l'attacco decisivo nel 1127, conquistarono la città e rasero al suolo Como, Coloniola e Borgovico con l'eccezione delle chiese e degli edifici religiosi.
Per un decennio i comaschi sono sottomessi a Milano, fino a quando fu eletto imperatore Federico Barbarossa nel 1153. Costui nella sua politica di riconquista della pari dignità col papato e di ridimensionamento dell'autonomia e del potere delle grandi città, vuole riconquistare l'egemonia sui comuni lombardi, ripristinando il sistema feudale la cui gerarchia fa capo all'imperatore. Discende in Italia, nel 1154 convoca una dieta a Roncaglia, dove i rappresentanti di Milano gli offrono molto denaro in cambio del riconoscimento imperiale e del loro dominio su Como e Lodi. L'imperatore rifiuta, toglie i diritti di sovranità e mette al bando Milano.
Chiesa di San Giovanni
Da quella data Como, con l'aiuto del Barbarossa, comincia a ricostruire un forte sistema difensivo, specialmente verso Milano, composto dalle mura cittadine con torri e un muro che dal Baradello va sino al Castelnuovo sopra il borgo di San Martino.
Federico Barbarossa ritorna in Italia nel 1158, convoca una seconda dieta a Roncaglia e impone ai Comuni lombardi il proprio potere e restaura un sistema di comando in modo da controllare ogni forma di potere giurisdizionale di natura pubblica, coinvolgendo in questo le signorie familiari, i privilegi ecclesiastici e le magistrature cittadine. A questo sistema si oppone il papato e ricominciano anni di guerre che coinvolgono tutta la Lombardia e i rispettivi schieramenti.
Como fiancheggia il Barbarossa in tutte le sue iniziative
e, dopo averlo accolto in città nel 1160, partecipa con le sue
truppe all'assedio e alla distruzione di Milano nel 1162.
Negli anni successivi i comaschi memori degli attacchi
subiti dagli abitanti dell'Isola Comacina alleati a Milano, si
preparano alleandosi con le tre Pievi altolariane. Incomincia
così un lungo assedio, con frequenti scontri navali nelle
acque vicino all'Isola: I comacini chiedono aiuto a Milano, ma
purtroppo i vecchi alleati non sono in grado di soccorrere gli
isolani, che dopo una estenuante resistenza usando tutte le
possibili difese sono costretti a cedere.
E' l'anno 1169. L'Isola viene invasa, data alle fiamme e rasa al suolo
con case, chiese, castelli e tutto quanto vi era di
costruito. I pochi isolani scampati al massacro fuggono su
poche barche e si rifugiano dai vecchi amici di Varenna, dove
fondarono un abitato che chiamarono "Insula Nuova".
A cura di
Giangiuseppe Brenna e Giovanni Botta